Leg extension: esecuzione corretta e benefici

Leg extension

La leg extension è una macchina molto utilizzata in palestra per allenare e sviluppare il muscolo quadricipite. Per ottenere risultati ed evitare problematiche alle ginocchia, va eseguita con alcune accortezze.

In questo articolo capirai come si fa la leg extension, a cosa serve, i benefici che porta e come inserirla in modo pratico nei tuo allenamenti in palestra.

Come fare correttamente la Leg extension?

Leg extension esecuzione corretta

Vediamo i passaggi chiave per eseguire correttamente la leg extension:

  1. Posiziona il cuscinetto anteriore sulle tibie vicino alla caviglia e non a contatto coi piedi.
  2. Le ginocchia devono posizionarsi al limite della seduta, in modo che il ginocchio non sporga eccessivamente dalla stessa ma non sia nemmeno troppo indietro: in questo modo crei una leva sicura a livello articolare e anche il lavoro muscolare ne beneficia.
  3. I gradi del movimento vanno decisi in base anche ad eventuali problematiche che possiedi. Generalmente se le tue ginocchia stanno bene, potresti partire in un range compreso tra 100-120° di flessione di ginocchia.
  4. Il movimento finisce quando le ginocchia sono in completa estensione ma devi stare attento ad eventuali problematiche come un recurvatum delle ginocchia: in questo caso, non stendere completamente le ginocchia ma fermati un po’ prima.
  5. I movimenti devono essere sempre controllati in ogni singola fase dell’esercizio: non strattonare.
  6. Le ginocchia devono stare sempre ben salde alla macchina: questo ti garantirà stabilità e compattezza articolare e un miglior lavoro in termini muscolari.

Errori da evitare

Ecco una lista di errori da evitare se vuoi rendere efficace e a ridotto rischio infortunio l’allenamento su questa macchina:

1. Staccare il ginocchio dalla seduta: ciò compromette la stabilità articolare, favorendo l’insorgenza di eventuali problematiche all’articolazione del ginocchio.

2. “Palleggiare” col cuscinetto anteriore durante l’esecuzione dell’esercizio: è un atteggiamento altamente lesivo nel tempo per le ginocchia.

3. Settarsi troppo avanti con la seduta crea una leva pericolosa sulle ginocchia.

Leg extension errore posizionamento seduta

4. Settarsi troppo indietro con la seduta crea discomfort sull’esercizio e non ti permette di concentrarti sulla corretta esecuzione dell’esercizio e di portarlo ad alti effort.

5. Posizionare il cuscinetto anteriore sui piedi genera una forza di traslazione anteriore della tibia (sublussazione) alla quale si oppone esclusivamente il legamento crociato anteriore.

Leg extension errore posizionamento cuscino anteriore
Leg extension errore posizionamento cuscino anteriore

Muscoli coinvolti nella Leg extension: cosa allena?

Il muscolo coinvolto è principalmente il quadricipite, che comprende quattro fasci muscolari:

  • Vasto laterale
  • Retto del femore
  • Vasto intermedio
  • Vasto mediale

L’inclinazione dei piedi (extrarotazione, intrarotazione) non va a modificare l’attivazione selettiva dei diversi vasti nella leg extension.

A cosa serve la Leg extension? Benefici

La leg extension serve per allenare il comparto anteriore della coscia isolandolo, allenando quindi in modo selettivo il quadricipite.

È un esercizio sul quale solitamente il carico è medio-basso e il rep-range di ripetizioni medio-alto.

Questo perché se vuoi allenarti in modo proficuo, questo esercizio viene svolto generalmente verso la fine della seduta poiché all’inizio della stessa, quando si hanno più energie a disposizione, si privilegiano esercizi in cui puoi allenarti con carichi più elevati, come lo Squat col bilanciere, gli Stacchi da terra e gli affondi.

Lo scopo di questo esercizio, infatti, è quello di portare il muscolo quadricipite vicino allo sfinimento o addirittura raggiungere il cedimento stesso e in questa macchina ci si riesce in quanto essendo un esercizio monoarticolare.

Leg extension: esempio di scheda di allenamento

Ecco un esempio di scheda di allenamento con la solita modulazione dei parametri allenanti sulle 4 settimane. Considera di posizionare questo esercizio a fine allenamento, dopo aver svolto esercizi multiarticolari pesanti come lo Squat, lo Stacco e gli affondi.

  SERIE x ripetizioni CARICO RECUPERO
SETTIMANA 1 3 x 12 @ 10 1’30’’
SETTIMANA 2 4 x 12 @ 10 1’30’’
SETTIMANA 3 5 x 12 @ 10 1’30’’
SETTIMANA 4 3 x 12 @ 10 (prova ad aumentare i Kg rispetto a settimana 1) 1’30’’

Durante le settimane c’è un accumulo volume attraverso un incremento delle serie, che vanno svolte tutte a RPE @10, per poi scaricare questo parametro e cercare di aumentare il carico in settimana 4. Questo perché nelle 3 settimane ci potrebbe essere stato un adattamento al carico e potresti non utilizzare i carichi corretti per arrivare al reale cedimento. In settimana 3, sfrutta il fatto che le tue serie tornino a 3 per “accenderti” ed utilizzare un carico più pesante che è più probabile che ti porti, a parità di ripetizioni, a cedimento.

La Leg extension fa male al ginocchio?

Analizzando brevemente le forze che agiscono durante l’esecuzione della Leg Extension, notiamo facilmente che il cuscinetto posto a livello della caviglia anteriormente genera una forza di traslazione anteriore della tibia (sublussazione) alla quale si oppone esclusivamente il legamento crociato anteriore (LCA), che verrà messo in tensione e si sobbarcherà tutto lo stress (mancanza di co-contrazione degli ischiocrurali e del gastrocnemio in un esercizio poco funzionale). A supporto di ciò non solo semplici analisi biomeccaniche come questa ma anche l’evidenza scientifica (Lutz GE et al, 1993; Mesfar W et al, 1997; Jenkins WL et al, 2008).

In particolare, andando un po’ più a fondo consultando alcuni studi scientifici di riferimento, durante la Leg Extension le forze di taglio esistono e sono differenti a seconda del ROM. A 90° di flessione vi è una forza di taglio posteriore. Tra 0° e 45° di flessione vi è una forza di taglio anteriore con un aumentato stress sul crociato anteriore. Tra 60° e 75° di flessione si registra invece il più basso stress sul crociato anteriore e quindi forze di taglio di un’intensità minore (Grood, 1984; Wilk, 1996; Beynnon, 1997).

Una considerazione importante da fare adesso riguarda il contesto nel quale viene proposto l’esercizio. Chi li sta eseguendo? Un post-operato di crociato, un soggetto con dolore patello-femorale o un ragazzo sano? Un neofita o un avanzato? Da qui si può partire per ampliare la mente e schematizzare tutte le possibilità che possono proporsi sul campo.

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