Effetti testosterone: come influenza il nostro corpo

effetti testosterone

Se chiedessimo gli effetti del testosterone quali sono probabilmente verrebbero subito indicato il suo potere sessuale ed anabolico (riferito alla crescita muscolare).
In realtà gli effetti del testosterone sono molteplici e riguardano diversi organi e la prevenzione di diverse malattie. Vediamo con questo articolo di scoprire tutti gli espetti meno conosciuti di questo ormone steroideo.

Testosterone e disfunzione erettile

L’ormone androgeno è il principale responsabile del desiderio sessuale sia nell’uomo che nella donna. Una sua ipoproduzione abbassa il desiderio e la libido. È anche coinvolto nella paura d’ansia da prestazione, generalmente chi ha alti livelli (fisiologici) non è preda di questa ansia. Nell’uomo influenza l’erezione sia durante il rapporto sia quella mattutina (i corpi cavernosi hanno bisogno d’irrorarsi di sangue per mantenere una buona salute). Anche la forza dell’erezione durante i rapporti è determinata anche dall’ormone steroideo.
La disfunzione erettile può essere causata da problemi traumatici, cardiovascolari, neurologichi, fisici ed ovviamente ormonali. Quindi anche il testosterone può avere una reale influenza sulla disfunzione erettile.

Testosterone e salute del cuore

Spesso quando si parla di testosterone ed apparato cardiovascolare, viene in mente il danno degli steroidi a carico del cuore e ciò è abbastanza risaputo, sono diversi gli studi che evidenziano come il consumo di steroidi anabolizzanti aumentano le possibilità di infarto del miocardio. Il problema, di cui si parla poco, è che anche livelli bassi di testosterone, hanno una cattiva influenza sul sistema cardiovascolare. Difatti, anche in condizioni di valori sotto-fisiologici di testosterone, sono stati associati ad un aumento di problematiche cardiache.

Avete presente cos’è la TRT? La TRT è la terapia sostitutiva del testosterone. Poco tempo fa in America, era scoppiato l’allarme dei medici, che decretavano che la TRT era dannosa. Questo pensiero da cosa è nato? Molto probabilmente, perché gli steroidi anabolizzanti, in questo caso il testosterone, sono in grado di aumentare l’incidenza dei problematiche cardiovascolari.
Questa affermazione tuttavia è molto limitata! In soggetti Doped, i livelli di testosterone iniettati sono nettamente più alti rispetto ai dosaggi della TRT, che punta a normalizzare i livelli. Difatti, recenti studi, hanno visto come la terapia sostituiva del testosterone in soggetti anziani abbia migliorato il quadro cardio-vascolare.

Purtroppo con gli anni, avviene un decadimento del testosterone, che non solo causa problemi d’erezione ma porta anche ad una serie di effetti collaterali fisici, ma anche mentali come la depressione, ansia ed anche problemi di concentrazione-cognitivi. Questa fase di decadimento è anche chiamata: andropausa. Ed è un processo più graduale, rispetto alla “pausa” della controparte: la menopausa.

Il testosterone, migliora la salute del nostro apparato cardio-vascolare, in quanto è correlato positivamente con il colesterolo HDL (nel momento in cui abbiamo una sua conversione in estradiolo), lipoproteina che esercita la funzione di “ripulire” dal colesterolo in eccesso, veicolandolo verso il fegato.

È inoltre stato correlato a livelli di LDL più basso (il colesterolo cattivo). Livelli alti di LDL infatti, possono essere un problema. Le LDL se ossidate, vanno a depositarsi all’interno delle arterie formando così nel tempo le così dette placche aterosclerotiche facendo così scorrere il sangue con più difficoltà. Oltre a ciò, si può verificare una maggiore rigidità da parte dell’arteria, oltre che un’infiammazione della stessa. Tutto ciò, unito alla possibilità che parti delle placche si vadano a staccare formando trombi.

Bassi livelli di testosterone oltre tutto, sono correlate ad una maggiore quantità di citochine pro-infiammatorie (interleuchina 6) ed una minore quantità di citochine anti-infiammatorie (interleuchina 10). Per chi non lo sapesse le citochine sono delle proteine in grado di modificare il comportamento di altre cellule inducendo a nuove attività come possono essere la morte o la nascita di queste. Ne esistono di varie famiglie, che andranno ad esprimersi su dei recettori diversi, in questo caso parliamo di molecole in grado di scatenare uno stato infiammatorio portando ad una cascata di altre molecole. Tornando a noi, le caratteristiche di cui ho appena parlato sono pro-aterosclerotiche. Quindi per chi non l’avesse intuito, niente di buono.

Assicurarsi che il proprio testosterone, sia nei range, soprattutto per quanto riguarda gli uomini, è uno dei primi passi per prevenire numerose malattie cardiovascolari.

Valori testosterone uomo

  • 14-15 anni: 33-585ng/dL
  • 16-17 anni: 185-885ng/dL
  • 18-39 anni: 300-1080ng/dL
  • 40-59 anni: 300-890ng/dL
  • >60 anni: 250-720ng/dL

Se vuoi approfondire leggi l’articolo sui livelli di testosterone.

La maggiore probabilità di sviluppare malattie coronariche negli uomini rispetto alle donne, ha suscitato molto interesse da parte della medicina moderna. Un’altra cosa che stupisce, è la possibilità di sviluppare problemi coronarici, addirittura con 10 anni di anticipo rispetto alla controparte femminile.

valori testosterone

Testosterone e metabolismo glucidico

No, non è finita qui! Perché gli effetti del testosterone da esplorare, sono ancora tanti. Il testosterone difatti, risulta avere un ruolo determinante anche sul quadro metabolico glucidico. Bassi livelli di testosterone difatti, sono associati ad un peggiore controllo glicemico, associato ad una maggiore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2. Ma potrebbe anche essere il contrario, difatti fenomeni insulino-resistenti portano ad una riduzione del testosterone, così come livelli di grasso alti, che aumentano la conversione in estrogeni, dovuto all’enzima dell’aromatasi (convertitore di testosterone in estrogeni nel tessuto adiposo). A confermare ciò, sono degli studi effettuati su soggetti diabetici. I soggetti erano molto spesso ipogonadici, o avevano comunque livelli di testosterone significativamente più bassi.

Il ruolo della testosterone nella sensibilità insulinica, sembra essere principalmente dovuto all’effetto di controllo sul sistema della sintesi del glicogeno soprattutto a livello muscolare.

Un miglioramento del controllo glicemico, porta anche a livelli di testosterone più elevati.

Alla base di tutto  questo, sembra esserci un neuropeptide ipotalamico che in condizioni sfavorevoli come l’insulino resistenza, viene dis-regolato. Probabilmente mediato da una complessa interazione tra citochine ed adipocitochine e l’asse HPTA. Detto ciò, una supplementazione con tale neuropeptide in soggetti umani con il problema del diabete di tipo 2 ha portato ad un incremento dei livelli di testosterone. Tuttavia secondo la comunità scientifica, questo studio ha effettivamente delle limitazioni, ed inoltre si sa bene come un singolo studio non possa decretare nulla. Pertanto, è ancora da appurare in pieno il ruolo di questo neuropeptide nella diminuzione del testosterone.

Tutto questo, cosa ci dice? Beh, una buona sensibilità insulinica, è alla base della costruzione muscolare. Una pessima sensibilità insulinica difatti, si trasmetterà in una minore quantità di massa muscolare acquisita, ed anche in una maggiore quantità di grasso accumulata. Ovviamente, guardare un solo fattore sappiamo tutti che è errato. L’ipertrofia è multi-fattoriale, così come l’accumulo di grasso. Ma ciò non vuol dire che valori bassi come per gli ipogonadici, non facciano la differenza e che in questo caso aumentare il testosterone non sia un reale vantaggio.

Testosterone e grasso

Il testosterone, svolge un ruolo determinante, anche per ciò che riguarda l’argomento “grasso corporeo”. È difatti risaputo e conosciuto il potenziale lipolitico di questo ormone. Non per niente, le persone con testosterone basso, riscontrano una maggiore adiposità. Oltre a ciò, il testosterone è in grado di agire sulla LPL (lipoproteina lipasi) deprimendola. La lipoproteina lipasi, svolge un ruolo determinante nell’idrolisi dei trigliceridi provenienti da una lipoproteina, con conseguente produzione di due molecole di acidi grassi e glicerolo. Dopo questo processo, gli acidi grassi ed il glicerolo avranno sostanzialmente due possibili strade, che sono: l’ossidazione tramite il processo metabolico della Beta-ossidazione, o ri-sintetizzati sotto forma di trigliceridi nel tessuto adiposo. Trigliceridi, che poi potranno, in seguito, essere utilizzati come fonte d’energia.

Oltre a ciò, la somministrazione del testosterone, ha portato una maggiore sensibilizzazione verso quegli ormoni catabolici (della massa grassa e non) che sono le catecolamine. E questo fattore, insieme a quello prima descritto, ha portato ad una diminuzione della circonferenza addominale. Ovviamente, in un contesto ipocalorico. In ipercalorica difatti, l’accumulo di grasso avverrà ugualmente… Anche se: l’aumento del tasso di sintesi del glicogeno, il maggiore anabolismo muscolare, la maggiore sensibilità alle catecolamine, la diminuzione dell’espressione della LPL, potrebbero in una fase di massa, mantenervi più puliti. Ovviamente questo in un contesto doped… in quanto l’aumento del 5% del testosterone mediato da un integratore, non farà avvenire sicuramente questo processo, o comunque sarà a percentuali talmente basse che sarà irrilevante.

Un secondo argomento che vorrei toccare per ciò che riguarda il grasso ed il testosterone, è la distribuzione del grasso corporeo. Gli uomini tendono ad avere una distribuzione del grasso localizzata prevalentemente a livello dei fianchi e dell’addome, mentre la donna tende ad avere una distribuzione del grasso a livello di glutei, femori. Ma l’eccezione esiste sempre, e difatti non è raro che accada il contrario… Questo dipende molto spesso, dal profilo ormonale del singolo soggetto.

Nel 2008, si è avanzata l’ipotesi, che ciò avvenga per questioni non uni-fattoriali, ma bensì multifattoriali, tra cui quelle precedentemente descritte (LPL e questione recettoriale) insieme ad esse possiamo trovare:

  • l’alterazione indiretta della massa del tessuto adiposo sito-specifico, tramite la modulazione del differenziamento e della proliferazione (passaggio di una cellula o di un tessuto da una struttura generale ad una cellula più specifica) dei pre-adipociti (cellule non differenziate immerse nel tessuto adiposo)

Un altro fattore, che potrebbe condizionare la composizione corporea, è il ruolo che il testosterone gioca sugli ormoni regolatori della fame cioè: la leptina, e la grelina. Parlare di grelina e leptina, come regolatori della fame tuttavia, può risultare limitante, di fatto, è risaputo il ruolo che gioca la leptina nella regolazione del dispendio energetico. Tramite una modulazione degli ormoni tiroidei, dell’igf-1 e degli ormoni gonadici.

Non risulta tuttavia consigliato, assumere testosterone esogenamento solo per l’aumento della fame, nei soggetti che hanno problemi d’appetito. Un’alternativa può essere il cannabidiolo, cioè la sostanza non psicotropa della cannabis sativa. Attualmente legale in italia, ed utilizzata proprio a scopo medico, e non solo.

La leptina risulta essere un ormone fondamentale per la nostra sopravvivenza, in contesti ipocalorici difatti svolge un ruolo determinante nella riduzione del dispendio energetico in contesti di mancanza di cibo, facendoci così soppravivere. In caso che essa diminuisca, tramite un complesso circuito neurale scatena l’aumento della fame. Il testosterone, sembra dunque aumentarla, esercitando così un effetto di booster della fame. Bisogna specificare tuttavia, che l’aumento del testosterone era dovuto ad una supplementazione esogena. Sono comunque diversi gli studi, che riscontrano un aumento dell’appetito.

salute e testosterone

Testosterone e cervello

Il testosterone, svolge un ruolo determinante sulla modulazione serotoninergica. La serotonina è una monoammina, che svolge numerose funzioni… è spesso incolpata per ciò che riguarda la sfera dei disturbi alimentari, la depressione, l’ansia ed altri numerosi problemi neurologici.

La modulazione della serotonina, mediata dal testosterone può avere dunque ruoli positivi o negativi sull’umore e sul comportamento del soggetto. La serotonina dunque, avrà effetti negativi in un contesto dove il testosterone è basso, diminuendo così le concentrazioni della stessa, mentre in un contesto dove il testosterone è fisiologico o addirittura alto, allora le concentrazione di questa monoammina aumenteranno, con conseguenze positive sull’umore.
Ho dei feedback di persone depresse, che hanno scoperto di essere ipogonadici. Con un adeguato trattamento, la situazione con un po’ di pazienza, si è poi normalizzata.

Il testosterone, svolge un ruolo importante, anche per ciò che riguarda la memoria. Difatti, alti livelli di testosterone, sono stati associati ad una memoria migliore. Questa cosa non si è verificata solamente nei soggetti maschi, ma bensì anche nelle donne. Come incremento della memoria, parliamo di quella verbale, e di quella spaziale. Miglioramento, che sorprendentemente si è notato anche in soggetti affetti da Alzheimer. Vi sono tuttavia degli studi in contrasto con ciò, che sembrano invece dire l’esatto contrario. Una spiegazione a tutto ciò è stata data ed è molto semplice: dosaggi bassi o estremamente alti di testosterone, portano ad un peggioramento della memoria, mentre un range moderato ed ottimale, porta ad un miglioramento della stessa.

Ma in definitiva, il testosterone, la memoria la migliora o no?

Tra i vari feedback (una ventina) che ho visto, posso dire che la maggior parte, hanno effettivamente avuto miglioramenti della memoria, ma anche delle capacità di apprendimento, non ho trovato nessuno che ha riscontrato un peggioramento della memoria come evidenziato negli studi. Nei vari feedback, ho potuto inoltre notare, come molti ipogonadici, abbiano una pessima memoria e capacità memoniche.
Anche una diminuzione dell’ansia, è stata riscontrata. Molto probabilmente mediata sempre dal meccanismo della serotonina prima spiegato. L’ipogonadismo, è stato correlato negativamente all’aumento del rischio di sviluppare l’Alzheimer.

Oltre alla serotonina, il testosterone, è in grado di interagire con il neurotrasmettitore GABA in particolare sul recettore del GABAa. Questa funzione, non è tuttavia mediata direttamente dal testosterone stesso, ma bensì è mediata da un suo metabolita, ovverosia l’androstano. Che risulta essere un neurosteroide avendo così funzioni:

  • Ansiolitiche
  • Anti-convulsive
  • Afrodisiache

Non è un caso difatti, che i soggetti anziani che supplmentano esogenamente il testosterone, mostrano un forte miglioramento della vitalità, con tanto di diminuzione di depressione ed ansia. E ciò non accade solo perché c’è una miglior vita sessuale, ma anche perché come abbiamo appena visto, esso riveste un ruolo molto importante sul nostro cervello.

Se siete dunque depressi, soffrite d’ansia, siete cronicamente stanchi… Oltre ai classici esami che vengono prescritti (TSH,T3,T4, cortisolo, estradiolo) fatevi prescrivere anche i livelli di testosterone totale e libero.

Ossa e testosterone

Anche i ruoli del testosterone, sulla massa ossea sono ben conosciuti. Non è un caso difatti, che gli uomini con basso testosterone, siano più tendenti a problemi d’osteoporosi problema che fa sì che le ossa siano più fragili. Un ruolo importante sullo scheletro, già lo riveste fin da piccoli, per poi avere un ruolo estremamente determinante durante la pubertà, dove avviene un forte boost della crescita dello scheletro del ragazzo.
Gli osteoblasti, sono delle cellule, che rivestono un ruolo madre nella formazione delle ossa tra cui la produzione delle proteine costituenti la matrice extra-cellulare e la mineralizzazione delle ossa. Bene, sia il testosterone, che il suo metabolita (diidrotestosterone) stimolano la precursione degli osteoblasti.
Un’altra azione, è l’effetto di modulazione sugli osteoclasti.
Un terzo importante particolare, da non trascurare quando si parla di testosterone ed ossa è la funzione che lo stesso ha sugli osteociti. Gli osteociti rivestono una funzione molto importante nella prevenzione dell’accumulo di micro-danni ossei, oltre che aumentare il tasso di rimodellamento delle ossa, quini il processo di turnover osseo.

Vi ho già parlato dell’importanza della multi-fattorialità, ma non bisogna assolutamente nascondere, che uno dei motivi per cui gli anziani, tendono ad avere ossa più fragili, è anche per via della diminuzione del testosterone.

Cortisolo e testosterone

Tutti conosceranno il cortisolo, il principale ormone glutocorticoide principalmente conosciuto per le sue capacità cataboliche. Affermazione corretta, ma comunque da contestualizzare. Fu ipotizzato tempo fa che il cortisolo, portasse ad una diminuzione del testosterone. Questo dovuto ad un effetto inibitorio delle cellule di Leyding, deputate alla produzione del testosterone nell’umano e non solo. Il fatto che ci sia un effetto primariamente inibitorio su tali cellule, ci fa capire, il perché i livelli di LH (ormone lutenizzante) non sia variato.

Possiamo dunque dire che sì il cortisolo risulta essere un antagonista del testosterone, ma che questo effetto inibitorio sia determinante solo quando c’è un incremento estremamente significativo del cortisolo. Questo lo si può capire, da come una variazione del cortisolo (+160%) porti ad una diminuzione del testosterone di solo il 10% circa.

Questo, è uno dei 200.000 motivi, per cui non ci dovremmo preoccupare per degli aumenti del cortisolo in acuto, anche se questi aumenti sono significativi. Ma bensì, dovremmo piuttosto preoccuparci, dei suoi aumenti in cronico, ovviamente parliamo di aumenti sostanziali, e non entro livelli fisiologici.

HIV e testosterone

Negli uomini che hanno contratto purtroppo l’HIV, spesso viene riscontrata una perdita della vitalità, ed un aumento o una comparsa di sintomi/problemi depressivi. Questo può avvenire, anche se i livelli di testosterone, rimangono inalterati. Tuttavia, è stato visto, che in soggetti affetti da tale virus, utilizzare testosterone esogeno, ha notevolmente migliorato i problemi depressivi, ed anche la vitalità del soggetto.

Nel 2004, difatti, fu fatto uno studio comparativo con un celebre anti-depressivo ed il testosterone, nei soggetti affetti da HIV. I risultati, sono stati i medesimi… Entrambi i gruppi, hanno avuto benefici simili, ma il testosterone ha ridotto notevolmente l’affaticamento, dimostrandosi così superiore rispetto all’antidepressivo SSRI preso in esame.

Tuttavia, l’autore degli studi contenuti in questa prospettiva scientifica, ha subito sponsorizzazioni da case farmaceutiche per delle conferenze. Tuttavia, non bisogna escludere la veridicità di questi dati, i bias sui conflitti d’interessi sono presenti in molti studi.

Aumentare il testosterone

L’articolo non è incentrato su come aumentare il testosterone naturalmente (o meno), per questo vi rimandiamo all’articolo specifico.
In caso di testosterone basso ci sono principalmente delle cose da non fare come:

  • bere alcol
  • non mangiare abbastanza zinco
  • non mangiare almeno 0,8g di grassi per kg di peso corporeo
  • non mangiare carboidrati, in quanto l’insulina aiuta la frazione di testosterone libero
  • mangiare veramente troppi fito estrogeni (principalmente dalla soia)
  • non dormire abbastanza ed essere in un periodo particolarmente stressato

Oltre a questo non ci dilunghiamo e ti mandiamo al nostro articolo su come aumentare il testosterone (il link è qualche riga sopra).

Note sull’autore

Articolo di: Riccardo Visioli
Personal Trainer e Preparatore atletico, oltre che una grande passione per la divulgazione. Chi si rivolge a lui, uomini o donne che siano, è per puntare ad un miglioramento della composizione corporea, performance e qualità di vita tramite l’allenamento, l’alimentazione e l’integrazione

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Andrea Biasci

Fondatore del Project inVictus e autore di Project Nutrition, il libro sulla nutrizione con più di 90 000 copie vendute, che unisce la teoria alla pratica su base scientifica. Laureato in Scienze Motorie e nella magistrale in Scienze della Nutrizione Umana. Per anni è stato Professore Universitario a contratto presso l'Università degli Studi di Milano. Maggiori informazioni

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