La creatina è una sostanza dopante?

creatina è doping

La creatina è una sostanza naturalmente prodotta dall’organismo e regolarmente assunta con gli alimenti (carne e pesce).

Esercita un ruolo fondamentale nella produzione energetica cellulare, soprattutto nei muscoli, dove – in combinazione all’ATP – supporta il cosiddetto metabolismo anaerobico alattacido – quello utilizzato negli sforzi intensi e di breve durata.

Il soggetto sedentario è perfettamente in grado di ottemperare al normale ricambio di creatina muscolare; anche il vegano, per quanto mostri riserve meno piene, non mostra sintomi o segni di carenza.

Tuttavia, se consideriamo che l’utilizzo metabolico di creatina è molto più elevato nei soggetti che praticano sport di forza, e che anche in caso di dieta equilibrata le riserve cellulari si attestano al 60-80% del massimo potenziale fisiologico, è deducibile che fare uso di supplementi nutrizionali specifici possa aumentare le scorte muscolari di creatina con vantaggi ergogenici e di ipertrofia.

È per questo che gli integratori alimentari (supplementi nutrizionali) di creatina sono tra quelli maggiormente commercializzati nell’ambito dello sport, del bodybuilding e della palestra in generale.

Tuttavia, soprattutto a causa della scarsa informazione e, paradossalmente, anche in virtù dei suoi effetti tutt’altro che trascurabili, aleggia il dubbio che la creatina possa essere considerata una sostanza dopante.

Dunque, come stanno realmente le cose?

La creatina è doping oppure no?

Le autorità competenti (che vedremo sotto) hanno stilato un archivio ufficiale nel quale si elenca tutto ciò che può essere considerato dopante – incluse le sostanze in “monitoraggio”.

Non ci sono dubbi a riguardo: la creatina non è doping.

Quando la creatina può essere doping?

Mai.

Fino a prova contraria, non esistono circostanze, paesi o sport nei quali la creatina venga considerata una sostanza dopante.

Cosa dice la WADA riguardo la creatina?

Il World Anti-Doping Agency (WADA), o agenzia mondiale anti-dopaggio, è una fondazione creata dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che si pone l’obbiettivo di combattere il doping nello sport – dando coerenza alle norme, ai regolamenti e alle politiche antidoping in tutto il mondo.

Il documento essenziale del WADA è la lista dei principi attivi vietati, che si suddivide in tre categorie:

  • sempre proibiti,
  • proibiti in gara,
  • proibiti in particolari sport.

La creatina non rientra in nessuna di queste tre categorie, ragione per la quale può essere liberamente utilizzata sia al difuori dei circuiti agonistici, sia in preparazione ad una competizione, ed anche – per quanto inutilmente – durante la gara stessa.

A differenza di molti altri integratori usati per l’aumento della forza e dell’ipertrofia, per il WADA, la creatina è da considerarsi totalmente legale e – contrariamente ai fattori di crescita e agli steroidi anabolizzanti – non un farmaco che può migliorare le prestazioni a discapito della salute.

Infatti, sebbene l’integrazione con creatina possa avere un reale effetto sulle prestazioni, gli effetti non sono garantiti (circa 1 soggetto su 3 risponde malamente al protocollo) e, pertanto, il fattore “allenamento” rimane quello più influente.

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Andrea Biasci

Fondatore del Project inVictus e autore di Project Nutrition, il libro sulla nutrizione con più di 90 000 copie vendute, che unisce la teoria alla pratica su base scientifica. Laureato in Scienze Motorie e nella magistrale in Scienze della Nutrizione Umana. Per anni è stato Professore Universitario a contratto presso l'Università degli Studi di Milano. Maggiori informazioni

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