Valutazione dei flessori dell’anca – ileopsoas: Test di lunghezza e forza

Valutazione dei flessori dell’anca – ileopsoas: Test di lunghezza e forza

Test di lunghezza dei flessori d’anca

Forse tra i più famosi test di lunghezza muscolare nel panorama fisioterapico e tra i più importanti nel bagaglio tecnico di un buon personal trainer, il test per la lunghezza dei flessori d’anca, meglio conosciuto come test di Thomas, ha lo scopo di andare ad indagare con occhio più attento le possibili cause di squilibri muscolari a livello dell’anca, che possono manifestarsi in un cliente sottoforma di dolore (come per esempio nella sindrome della bandeletta ileo-tibiale) o di rischiose alterazioni durante l’esecuzione di alcuni gesti motori complessi, come per esempio lo squat.

Più nel dettaglio, tramite il test di Thomas, si è in grado di valutare, contemporaneamente, la lunghezza di:

  • Ileopsoas come muscolo flessore dell’anca monoarticolare
  • Retto femorale come muscolo bi articolare flessore d’anca ed estensore di ginocchio
  • Il tensore della fascia lata (TFL) come muscolo biarticolare abduttore, flessore, intrarotatore d’anca ed estensore di ginocchio
  • Il sartorio come muscolo bi articolare abduttore, flessore, extrarotatore d’anca e flessore di ginocchio

Per origine e inserzione guarda il seguente video:

Il test viene eseguito su un lettino, invitando la persona a sedersi sul bordo e accompagnandola gradualmente in posizione supina. Il soggetto afferra poi un ginocchio, tirandolo in direzione del proprio torace in misura adeguata a far aderire l’osso sacro al piano del lettino. Attenzione a portare il ginocchio eccessivamente verso il petto per evitare il presentarsi di un falso positivo.

Con l’anca flessa e un ginocchio mantenuto dal soggetto, si lascia successivamente scendere verso il lettino l’arto contro laterale (del quale vengono valutati i flessori d’anca) con il ginocchio che penderà oltre il bordo. A questo punto si andranno ad analizzare le variazioni ottenute, per valutare la lunghezza dei 4 muscoli sopra indicati.

  • Nel caso in cui, con porzione lombosacrale ben adesa al lettino, la parte posteriore della coscia tocchi il lettino e il ginocchio si mantenga a circa 80° di flessione saremo in presenza di lunghezza normale dell’ileopsoas e di tutta la muscolatura bi articolare.
  • Nel caso in cui, con porzione lombosacrale ben adesa al lettino, la parte posteriore della coscia non tocchi il lettino e il ginocchio si estenda e non superi i 70° di flessione, saremo in presenza di brevita del’ileopsoas e contemporaneamente dei flessori d’anca bi articolari retto femorale e TFL, che influenzano il ginocchio mantenendolo più esteso se allungati.
  • Nel caso in cui, con porzione lombosacrale ben adesa al lettino, la parte posteriore della coscia tocchi il lettino e il ginocchio rimanga esteso saremo in presenza di una lunghezza ottimale dell’ileopsoas e di una brevità dei flessori d’anca bi articolari retto del femore e TFL
  • Nel caso in cui, con porzione lombosacrale ben adesa al lettino, la parte posteriore della coscia non tocchi il lettino e il ginocchio possa essere flesso fino oltre 80° saremo in presenza di ileo psoas retratto e muscoli bi articolari con lunghezza ottimale.

Osservazioni più fini ed accurate potranno rivelarsi utili nella specifica valutazione dei muscoli sartorio, TFL e bandeletta ileo-tibiale. In virtù delle loro funzioni anatomiche (per le quali rimando a testi di anatomia dell’apparato locomotore o video nell’apposita sezione del sito):

  • in presenza di sartorio retratto si osserverà abduzione, flessione e rotazione esterna dell’anca con associata flessione di ginocchio
  • in presenza di TFL e bandeletta ileo-tibiale retratta, si osserverà abduzione associata a rotazione interna d’anca ed estensione di ginocchio durante adduzione passiva dell’anca in posizione del test. Inoltre l’inserzione della bandeletta a livello del tubercolo del Gerdy determinerà, in caso di contrattura, un’extrarotazione della tibia.

Il test di Thomas, oltre ad essere un grande esempio di come sia importante un’approfondita conoscenza anatomica nel settore del personal training, costituisce ad oggi, uno strumento indispensabile a supporto di un lavoro serio e mirato a risolvere problematiche insorte durante il training e a favorire una eventuale collaborazione tra figure professionali.

Il tempo del “stringi i denti” o “il dolore è tuo amico” è ormai finito. Uno squat mal eseguito o esercizi con anomali dolorini ad anca o ginocchio non sono sempre dovuti a incoordinazione o a scarsa virilità dei clienti. Il corpo umano ci manda messaggi, per imparare a capirli bisogna prima imparare la sua lingua.

Test di forza dei flessori dell’anca

L’analisi della forza del gruppo dei flessori dell’anca può consegnare importanti informazioni da integrare col test di Thomas, dando un’accettabile panoramica sulla funzionalità e le caratteristiche soggettive di questo gruppo di muscoli nella persona che si andrà ad allenare.

Il test viene eseguito con soggetto in posizione seduta, con il tronco eretto e le mani che afferrano il bordo del lettino. Si chiede al soggetto di flettere l’anca a ginocchio piegato, o lo si aiuta attivamente, sollevando la coscia di alcuni centimetri dal tavolo.

A questo punto in una scala da 0 a 5 valuteremo:

  • Sufficiente o grado 3 di forza muscolare la capacità di sollevare la coscia dal lettino e mantenere la posizione
  • Buono o grado 4 di forza muscolare la capacità di mantenere la stessa posizione dopo moderata pressione esercitata dall’operatore a livello della faccia anteriore della coscia in direzione dell’estensione.
  • Normale o grado 5 di forza muscolare la capacità di mantenere la stessa posizione dopo forte pressione esercitata dall’operatore a livello della faccia anteriore della coscia in direzione dell’estensione.

In ambiente fitness valutazioni sotto il 3 sono alquanto difficili da trovare. Un tale deficit di forza impedirà al soggetto di sollevare la coscia dal lettino.

Test di forza ileopsoas

Nell’ambito di un’analisi della forza dei muscoli flessori dell’anca, esiste un ulteriore test specifico per il muscolo ileopsoas.

Con soggetto in posizione supina, l’operatore porta passivamente l’anca dell’arto inferiore che si vuole testare, in flessione, lieve abduzione e rotazione esterna, mantenendo il ginocchio in estensione.

A questo punto, stabilizzando adeguatamente il bacino, lo si invita a mantenere attivamente tale posizione e si osserva.

In una scala da 0 a 5 valuteremo:

    • Sufficiente o grado 3 di forza muscolare la capacità di mantenere tale posizione contro gravità in assenza di compensi
    • Buono o grado 4 di forza muscolare la capacità di mantenere la stessa posizione dopo moderata pressione esercitata dall’operatore a livello della faccia antero-mediale della gamba in direzione dell’estensione e di una lieve abduzione.
    • Normale o grado 5 di forza muscolare la capacità di mantenere la stessa posizione dopo forte pressione esercitata dall’operatore a livello della faccia antero-mediale della gamba in direzione dell’estensione e di una lieve abduzione.

In ambiente fitness valutazioni sotto il 3 sono alquanto difficili da trovare. Un tale deficit di forza impedirà al soggetto di mantenere attivamente l’arto inferiore nella posizione fatta assumere dall’operatore, oppure la manterrà ma con palesi compensi.

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Andrea Roncari

Professore universitario a contratto all'università di Pavia. Fisioterapista specializzato nei disturbi muscolo-scheletrici e sportivi. Laureato in scienze motorie e Personal Trainer Maggiori informazioni

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