Muscolo infraspinato: anatomia e funzioni

muscolo infraspinato anatomia e funzioni

Il Muscolo Infraspinato o Sottospinato origina dalla fossa infraspinata (faccia dorsale della scapola, al di sotto della spina della scapola che attraversa quest’ultima obliquamente) e si inserisce sulla grande tuberosità omerale.

Anatomia e funzioni del muscolo infraspinato

  • Origine: fossa Infraspinata
  • Inserzione: tubercolo maggiore dell’omero, faccetta mediale.
  • Azione: ruota esternamente l’omero

Innervato dal nervo sovrascapolare (C4-C6), il muscolo Infraspinato fa parte della cuffia dei rotatori, dove esplica la sua funzione di stabilizzatore dinamico della testa omerale, grazie all’aiuto dei suoi fratelli Sovraspinato, Sottoscapolare e Piccolo rotondo.

Le inserzioni distali dei muscoli della cuffia si uniscono alla capsula articolare dell’articolazione glenomerale prima di inserirsi direttamente sull’omero, formando una cuffia di protezione per lo stesso, da questo il nome di cuffia dei rotatori.

L’attività di questi muscoli risulta essere significativa soprattutto per i movimenti dell’arto al di sopra della testa (90° gradi di abduzione) dove c’è maggior lassità della capsula articolare della spalla (stabilizzatori passivi): in questa posizione, per evitare lussazioni della spalla, l’attività dei muscoli (stabilizzatori attivi della spalla), risulta essere fondamentale.

Si pensi che questi, a braccio abdotto a 90°, esprimono forze di compressione sull’articolazione della spalla pari a 80-90% del peso corporeo.

Ricorda che l’articolazione della spalla è una delle più mobili del corpo umano, il che la rende incredibilmente instabile: la sua stabilità è dipendente dalle strutture attive (muscoli) e passive (legamenti e cartilagini). La stabilità richiede che i sistemi neuromuscolari siano ben funzionanti, e grazie ai propriocettori localizzati nei tessuti connettivi periarticolari, la muscolatura della cuffia è in grado, a livello non cosciente, di fornire la stabilità dinamica necessaria durante i movimenti.

Perché il muscolo infraspinato è utile?

Una delle lesioni di tipo cronico più comune in palestra è l’impingement subacromiale: un intrappolamento dei tessuti molli tra la volta acromiale e il tubercolo maggiore dell’omero. Questo continuo strofinamento e schiacciamento porta ad un’infiammazione e in seguito lesione dei tessuti stessi.

La linea di forza e la posizione del muscolo sovraspinato è ideale per controllare il movimento di abduzione dell’omero, infatti, durante l’abduzione i muscoli sovraspinato e deltoide fanno rotolare superiormente la testa dell’omero. Senza la contrazione dei muscoli infraspinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, la testa omerale andrebbe ad impattare superiormente contro la volta acromiale.

Grazie ad essi invece si ha un piccolo scivolamento della stessa verso il basso permettendo così alla testa omerale di ruotare sul posto anzichè rotolare verso l’alto.

Inoltre, durante le ultime fasi dell’abduzione (portando il braccio sopra i 90°) i muscoli piccolo rotondo e infraspinato ruotano esternamente l’omero evitando che il tubercolo maggiore di esso vada a scontrarsi contro l’arco acromiale portando alla conseguenza sopra citata.

In palestra sarà importante porre attenzione all’assetto scapolare durante la maggior parte degli esercizi: i muscoli extrarotatori di spalla hanno origine unicamente sulla scapola. Ne risulta che per una loro attivazione ottimale la scapola deve essere posizionata correttamente: una scapola che cede, in caso ad esempio di debolezza dei muscoli trapezio medio e grande dentato, impedisce ai muscoli extrarotatori di svolgere il proprio lavoro, riducendo la stabilizzazione attiva della spalla e aumentando la probabilità di incorrere in lesioni di spalla.

Azione dell’infraspinato nei movimenti della spalla

Oltre ad essere attivi durante abduzione i muscoli della cuffia risultano avere attività anche durante estensione e adduzione di spalla, aiutando direttamente nel movimento e stabilizzando l’articolazione.

  • Flessione, abduzione: abbassa insieme al sottoscapolare ed extraruota insieme al piccolo rotondo la testa omerale, impedendo così una situazione di schiacciamento dei tessuti tra omero e volta coracoacromiale.
  • Stabilizza l’articolazione assieme a tutti i muscoli della cuffia dei rotatori
  • Adduzione, estensione: partecipa attivamente al movimento, oltre a stabilizzare l’articolazione.

Test per la valutazione della forza del muscolo infraspinato

Test di rotazione esterna contro resistenza: braccia lungo i fianchi e gomito flesso a 90°, il paziente porta il dorso della mano verso l’esterno mantenendo il gomito attaccato al fianco, mentre l’esaminatore oppone resistenza in verso opposto.

Test di Patte: il paziente porta la spalla a 90° di abduzione con il gomito anch’esso flesso a 90° deve poi eseguire un’extrarotazione contro una resistenza offerta dall’esaminatore.

Se durante i test il paziente non ha dolore e riesce ad esprimere la corretta forza, puoi considerare il muscolo sano.

Rinforzo del muscolo infraspinato

Esercizi di rinforzo per i muscoli extrarotatori (infraspinato e piccolo rotondo) sono consigliati in caso di rigidità della capsula anteriore o lassità della capsula posteriore (test del muscolo sovraspinato > di 70°).

Extrarotazioni con manubrio: effettuabili in piedi con braccio abdotto di 90° e gomito flesso di 90° (da non effettuare con il braccio lungo il fianco come spesso vedi fare in palestra) oppure sdraiati su un fianco con braccio lungo il fianco e gomito flesso a 90°.

Extrarotazioni in isometria: mantenendo un elastico tra i due polsi, poni entrambi gli avambracci sul muro e l’elastico in tensione, dopo di che effettua una camminata a salire e scendere con gli avambracci sul muro.

Extrarotazioni con cavo o elastico: in piedi, seduto o supini posizionando un asciugamano arrotolato tra gomito e fianco in modo da allineare l’omero con il corpo.

Importante inoltre è variare gli angoli dell’articolazione durante l’esercizio, quindi a diversi gradi di abduzione della spalla.

Risulta interessante la variante in posizione supina secondo la quale l’attivazione del trapezio superiore e del bicipite brachiale è significativamente maggiore in posizione seduta rispetto alla posizione supina, per avere un miglior isolamento del muscolo infraspinato e evitare compensi muscolari non necessari, si predilige la posizione supina.

Cosa fare in caso di dolore

E’ importante cercare di allenarsi nei piani di movimento dove non percepisci dolore, cercando di riadattare gli esercizi e riducendo il range di movimento alla fascia priva di dolore. Il riscaldamento è fondamentale, insieme ad esercizi di pre-attivazione per cuffia dei rotatori e muscoli scapolari.

E’ sconsigliato lavorare a cedimento e dedicarsi a grossi volumi di allenamento. Gli esercizi dolenti per la spalla dovranno essere ripresi gradualmente, sempre nel range privo di dolore.

 

Test per la valutazione della lunghezza del muscolo infraspinato

Il test viene eseguito con soggetto supino, le anche sono flesse per mantenere ben adesa la regione lombare al lettino, braccio abdotto a 90° e gomito flesso a 90° con avambraccio perpendicolare al lettino. Una volta stabilizzata la scapola si porta l’avambraccio in rotazione interna verso il lettino.

Viene valutato normale un movimento che permetta alla spalla di raggiungere i 70° di rotazione interna e un angolo di 20° tra avambraccio e lettino (importante è bloccare il compenso della scapola). Verranno valutati invece retratti quei rotatori esterni che non permettano agli avambracci tale escursione di movimento.

Ricorda che le misurazioni e i confronti devono essere sempre fatti su entrambe le spalle, poiché un paziente con una lassità legamentosa generale, non dovrebbe essere considerato patologico se il test supera i 70° per entrambi gli arti.

Allungamento del muscolo infraspinato

Sleeper Stretch

  • Sdraiati su un fianco con spalla da allungare a contatto con il terreno, fletti la spalla a 90° e il gomito di 90°,
  • Con l’aiuto dell’altro braccio porta lentamente l’avambraccio in intrarotazione verso il terreno,
  • Fermati quando senti il distretto posteriore della spalla in allungamento,
  • Mantieni la posizione.

Cross body stretch

In piedi appoggiati al muro con la spalla da allungare, fletti la spalla di 90° e aiutati con l’altro braccio per effettuare un’adduzione orizzontale. In questa posizione devi assicurarti che la scapola sia addotta prima di essere fissata contro il muro; la sensazione di allungamento deve essere sempre percepita nella zona posteriore della spalla.

Conclusioni sul muscolo infraspinato

Ben 16 muscoli controllano gli ampi movimenti del complesso della spalla, singolarmente essi non sarebbero in grado di effettuare correttamente neanche un movimento. Lavorando in perfetta sinergia, anche un piccolo deficit ad uno di questi muscoli può creare una riduzione della forza e la perdita di controllo della spalla oltre, ovviamente, alla possibilità di procurare una lesione o modificare la postura.

Questo è il motivo per cui è importante una accurata valutazione del complesso della spalla, e prendersi cura in caso di deficit, di ognuno dei muscoli che la compone.

Note sull’autore

Dott. Luca Tinto
Laureato in Scienze motorie all’università di Pisa, Laureando in Fisioterapia all’università di Genova, Istruttore di Calisthenics presso La Spezia

Bibliografia

Sasaki, S., Kenmoku, T., Otera, A., & Miyajima, G. (2018). Electromyographic analysis of infraspinatus and scapular muscles during external shoulder rotation with different weight loads and positions. Journal of Orthopaedic Science, 3–8.

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Cinesiologia del sistema muscoloscheletrico Donald A. Neumann

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Andrea Biasci

Fondatore del Project inVictus e autore di Project Nutrition, il libro sulla nutrizione con più di 90 000 copie vendute, che unisce la teoria alla pratica su base scientifica. Laureato in Scienze Motorie e nella magistrale in Scienze della Nutrizione Umana. Per anni è stato Professore Universitario a contratto presso l'Università degli Studi di Milano. Maggiori informazioni

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