Iperlordosi come correggerla

iperlordosi

La famosa iperlordosi è un vero e proprio spauracchio per molte persone, terrorizzate da quella curva della colonna che, accentuandosi oltre la normalità, dipinge scenari di dolore alla schiena e patologie associate. Come spesso accade per comprendere un argomento nei suoi punti chiave e aumentare così la consapevolezza a riguardo, è bene tracciare un quadro più mite e veritiero, iniziando dalle basi per poi via via inserire gradualmente semplici tasselli che possano sfatare miti e risolvere dubbi nella maniera più razionale e scientifica possibile.

iperlordosi
L’iperlordosi è un aumento della fisiologica lordosi lombare

Cosa significa iperlordosi lombare? Innanzitutto è importante chiarire che l’iperlordosi non è una patologia, come molti invece la considerano. Spesso si sente dire con tristezza e rassegnazione “ho l’iperlordosi” oppure “non posso fare questo esercizio perché ho l’iperlordosi”, come se questa condizione fosse davvero una malattia da guarire (tanto che spesso si cerca di capire da quale medico recarsi per avere consigli su come si cura l’iperlordosi). L’iperlordosi è invece una semplice alterazione della fisiologica lordosi lombare che, come dice il prefisso stesso iper-, è più accentuata del normale (la famosa schiena inarcata). Questa alterazione è accompagnata da conseguenze estetiche e, talvolta, anche funzionali che possono sfociare nei casi peggiori in dolore. Ma quali sono le cause dell’iperlordosi? È davvero una condizione da scongiurare? E ancora, cosa fare per l’iperlordosi e cosa evitare?

Cos’è un’iperlordosi: miti e verità

Prima di capire come risolvere l’iperlordosi iniziamo a chiarire di cosa stiamo parlando più nei dettagli. La lordosi lombare è un segmento della colonna a concavità posteriore che può aumentare di curvatura (estensione) determinando una iper-lordosi, oppure può diminuire di curvatura (flessione) determinando una ipo-lordosi o lordosi rettilineizzata.

colonna vertebrale

Nell’immaginario comune l’iperlordosi è la condizione più temuta e scongiurata: la schiena che si inarca è da sempre demonizzata forse per un retaggio delle nostre nonne che, durante lavori manuali pesanti, sviluppavano più facilmente questa condizione associata a dolore. Oggi tuttavia, se analizziamo le attività quotidiane della maggioranza delle persone, possiamo osservare che sono molti meno i lavori nei quali la schiena si inarca e, al contrario, molti di più quelli in cui la lordosi lombare si ritrova piatta (lavori sedentari in ufficio otto ore davanti al PC). Per questo motivo al giorno d’oggi sono molto più frequenti di una volta i soggetti con lordosi rettilineizzata e molti meno quelli con iperlordosi.

lordosi invertita
Lordosi annullata

L’annullamento della lordosi in questo senso è rischiosa almeno quanto un suo aumento. È abbastanza riconosciuto, infatti, analizzando testi accademici e studi scientifici, che il mantenimento della fisiologica lordosi lombare è fondamentale per preservare integrità e resistenza della colonna vertebrale in toto, in particolare durante le attività sportive e ricreative e durante il sollevamento di carichi. Soprattutto per questo, non va assolutamente demonizzata la lordosi lombare, la sua conservazione e perché no anche una sua lieve accentuazione, specie quando utilizzata appositamente per proteggere la colonna da eventi spiacevoli come ernie e protrusioni. Ricordate sempre che la lordosi lombare non va sconsigliata anzi: il mantenimento in estensione di quest’ultima (estensione o schiena inarcata) è fondamentale per prevenire infortuni quando si solleva un peso dentro o fuori una palestra.

squat lordosi
La conservazione della lordosi lombare è fondamentale per sollevare un carico in sicurezza

Possiamo quindi suddividere l’accentuazione della lordosi lombare in due categorie diverse a seconda delle caratteristiche:

  1. quando è temporanea e appositamente ricercata durante il sollevamento di un carico è del tutto consigliata e fondamentale a preservare resistenza e stabilità strutturale, favorendo la salute articolare;
  2. quando è un atteggiamento posturale consolidato che caratterizza tutta la giornata nel lungo periodo è una condizione che va oltre la fisiologia e quindi può in qualche modo costituire un presupposto per l’insorgere di dolore e disfunzioni (sintomi dell’iperlordosi lombare).

Cerchiamo ora quindi di capire perché può essere un problema e quali sono le sue possibili cause.

Iperlordosi, come curarla

L’iperlordosi lombare come postura consolidata nel tempo, se da un lato favorisce un miglior profilo gluteo conferendo un effetto estetico alquanto gradevole, dall’altro lato può instaurare sindromi da sovraccarico che possono creare anche dolore nel lungo periodo. L’estensione eccessiva del rachide lombare, infatti, può sovraccaricare eccessivamente le faccette articolari vertebrali e, nei soggetti più anziani con già presenti alterazioni del disco intervertebrale e/o ernie e protrusioni può diminuire ulteriormente lo spazio di scorrimento delle radici nervose. Tutto ciò anche associato alla possibile presenza di contratture e trigger point nella muscolatura lombare può scatenare dolore alla schiena acuto e cronico.

Ma come nasce l’iperlordosi? Come ridurre l’iperlordosi lombare? Per capirlo nei dettagli dobbiamo necessariamente sapere che la curvatura della lordosi lombare è strettamente influenzata dalla posizione del bacino e di rimando dall’equilibrio dei muscoli che vi trovano punto di inserzione. Possiamo dire che:

  • l’antiversione del bacino aumenta la lordosi lombare;
  • la retroversione del bacino diminuisce la lordosi lombare.

antiversione

retroversione
Antiversione e retroversione di bacino

Immaginando i muscoli ancorati al bacino come dei tiranti e aiutandoci con la foto sotto capiamo facilmente che un disequilibrio muscolare può facilmente portare a un atteggiamento posturale consolidato in iperlordosi. Se la muscolatura addominale è debole e i flessori dell’anca sono invece molto rigidi e dominanti ecco che il bacino non mantiene più il suo allineamento ottimale e manda la lordosi lombare in estensione (si inarca).

muscoli bacino
L’iperlordosi può essere provocata da muscoli addominali lunghi e muscoli flessori dell’anca corti

Il disequilibrio tipico di un soggetto in iperlordosi è infatti quello caratterizzato da:

  • muscoli retroversori deboli e lunghi (addominali) e muscoli antiversori forti e corti (ileo-psoas);
  • estensori della colonna dominanti rispetto agli estensori dell’anca.

La mancanza di controllo e di forza degli addominali, in particolare, può essere responsabile di continue dannose antiversioni del bacino e quindi estensioni del rachide lombare durante attività anche semplici di vita quotidiana come camminare. I microtraumi ripetuti a livello delle faccette articolari e il costante accorciamento della muscolatura lombare possono così instaurare una disfunzione e creare dolore cronico. L’atteggiamento così consolidato creerà anche una rigidità articolare delle vertebre lombari in flessione, perpetrando il quadro disfunzionale e il sovraccarico locale potenzialmente lesivo.

Esercizi per l’iperlordosi

Cosa fare dunque per ridurre l’iperlordosi lombare? Cerchiamo di riassumere in pochi punti la strategia più intelligente da attuare in caso di iperlordosi posturale dolorosa:

  • una visita fisioterapica atta a valutare la storia clinica, i sintomi e l’equilibrio della muscolatura è fondamentale. L’equilibrio muscolare, la mobilità articolare e l’assetto posturale sono elementi spesso molto soggettivi e, pur basandosi sui concetti generali prima esposti, devono comunque essere valutari attentamente per stilare un piano di trattamento che parte sempre dalla singola persona e non da protocolli preconfezionati;
  • è importante valutare la mobilità intervertebrale della lombare in flesso-estensione, per individuare eventuali rigidità e porvi rimedio tramite adeguate mobilizzazioni settoriali;
  • è importante valutare l’equilibrio e la lunghezza degli addominali e dei flessori dell’anca. Per fare ciò sono importanti alcuni test eseguiti a lettino per valutare il controllo del bacino e il test di Thomas per valutare i flessori dell’anca;

test lordosi

thomas test
Alcuni test per la valutazione dell’equilibrio muscolare del bacino
  • è importante istruire la persona a diminuire le attività a rischio sovraccarico che portano la lombare ad accentuare ulteriormente la colonna e portano la muscolatura in costante accorciamento e a migliorare gli schemi motori alterati dei movimenti che palesano estensioni della colonna anomale di compenso.

Una volta chiarito il quadro soggettivo della persona possono essere utili alcuni esercizi per ridurre l’iperlordosi lombare, somministrati sempre tenendo conto delle differenze individuali ed evitando di creare protocolli uguali per tutti proposti senza una reale personalizzazione.

fisioterapia schiena
Mobilizzazione segmentale lombare in flessione
  • Mobilizzazione manuali dei segmenti vertebrali lombari rigidi in flessione.
  • Rinforzo addominale in progressione, con enfasi sul controllo del bacino e sul reclutamento del muscolo trasverso dell’addome anche durante movimenti di vita quotidiana.

rinforzo addome

rinforzo core
Esercizi di rinforzo addominale tramite contrazione volontaria del muscolo trasverso dell’addome a favorire un maggior controllo del bacino
  • Esercizi di stretching dei muscoli flessori dell’anca riscontrati eccessivamente corti e dominanti durante il test di Thomas (stretching ileo psoas, tensore della fascia lata, retto del femore);
stretching psoas
Stretching ileo-psoas assistito
  • Stretching dei muscoli erettori spinali e risoluzione di eventuali trigger point.

trigger point

  • Addestramento alle corrette posture quotidiane e alla corretta esecuzione dei movimenti più a rischio a casa e degli esercizi più a rischio in palestra. Indicazioni utili a ridurre lo stress lombare durante il lavoro.
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Andrea Roncari

Professore universitario a contratto all'università di Pavia. Fisioterapista specializzato nei disturbi muscolo-scheletrici e sportivi. Laureato in scienze motorie e Personal Trainer Maggiori informazioni

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